Geminiano Varini è senza dubbio una tra le più significative voci che si sono succedute nel racconto delle vicende e dei personaggi del territorio, in grado di rappresentare Bomporto nel suo complesso sviluppo ed in particolare nei primi decenni del Novecento.
Nato a Bomporto il 31 gennaio 1867 da Antonio Varini ed Angiolina Mattioli, Geminiano si distingue fin da subito all’interno del contesto cittadino e di quello più esteso di Modena. La stima nei suoi confronti e l’autorevolezza che impiega nel proprio agire gli fanno meritare cariche pubbliche di prestigio: agente comunale per il Comune di Modena (1923-
1926), delegato podestarile della Villa di Albareto, membro della Commissione di Vigilanza del mercato all’ingrosso, Consigliere del Comitato per lo Scaldatoio Poveri, fondatore di alcune Società mutualistiche a sostegno di bisognosi, solo per ricordarne alcune. Si prodiga per fondare l’Asilo della Bertola (località vicino ad Albareto),
che apre ufficialmente il 23 novembre del 1916 e diviene un presidio per molti bambini negli anni della Grande Guerra e in quelli successivi. Del medesimo tenore sono la costruzione dell’Oratorio (1921), della Sagrestia (1922) e del campanile della piccola borgata (1932), segni tangibili di un’attenzione viva ed inesauribile verso quanti, pur bisognosi di aiuto e di protezione, non avevano alcun mezzo per procurarseli.
Insieme alla moglie Rosa Bellentani e ai figli Antonio (che muore prematuramente sul Carso, nel corso dei combattimenti della Prima Guerra Mondiale, come caporale), Giovannina, Bianca, Antonietta ed Angiolina, condivide una vera e propria passione per Bomporto e la sua storia, che si concretizza in primis nella raccolta e conservazione di documenti ed oggetti di varia natura relativi a Modena e alla provincia (in particolare quadri, terrecotte, miniature, ceramiche, monete, fotografie, incisioni e molto altro
ancora) e nel tempo in una vera e propria biblioteca con manoscritti ed opere, dalla quale attinge nel corso della propria vita per la redazione di alcune opere di contenuto storico, che qui si raccolgono per la prima volta insieme.
Da quelle pagine Varini non solo ha ricostruito storicamente la vita e lo sviluppo della comunità bomportese in anni di grande difficoltà ed in condizioni spesso di forte disagio, ma ha anche inserito consapevolmente e vividamente il proprio ritratto: quello di un uomo profondamente impegnato nel proprio contesto sociale, civile e culturale (nel senso più alto del termine), innamorato della propria terra e di quel piccolo Comune, a cui
deve i propri natali.
Geminiano Varini muore il 16 dicembre 1942, all’età di 75 anni. Viene sepolto nella tomba di famiglia, presso il Cimitero vecchio di Albareto.
Alla comunità bomportese, attraverso i “propri lavorucci” relativi a questo piccolo Comune modenese, non solo lascia una consistente eredità storico-culturale (che attende ancora di essere studiata ed approfondita); più in generale, egli si carica del pesante fardello di “uomo delle Istituzioni”, impegnato costantemente in ogni pagina a ricordare l’importanza
del “senso civico” e dei valori della comunità, da difendere e preservare, proteggere e curare.
Per scoprire i racconti di Geminiano Varini sulla storia di Bomporto è disponibile il volume "Una storia di Bomporto. Il Comune emiliano visto dagli occhi di un suo illustre concittadino" (Ed. Artestampa), realizzato dal Servizio Cultura del Comune di Bomporto, grazie alla collaborazione del Gruppo Storici locali di Bomporto ed al contributo della Regione Emilia Romagna.